Qualunquismo
Non vedere
non sentire
non parlare
=
non essere
Qualunquismo
malattia del secolo;
è come l’apatia verso tutto
ristagnante acqua di una pozzanghera fangosa,
è come l’indifferenza
nulla ha valore per cui valga la pena,
è come la generalizzazione
che annichilisce ogni carattere specifico peculiare.
Il qualunquismo
è la morte e annullamento di ogni civiltà
ieri e oggi,
la morte, sparizione, cancellazione
nella perdita di identità
e chi non sa chi è
è un morto che cammina destinato alla dimenticanza,
demenza, oblio, al nulla.
Il qualunquismo
è negazione delle proprie radici e origini,
della propria personalità e integrità,
della propria ragione di essere,
dei propri perchè e come e dove e chi
con chi,
è mancanza di luogo, di significato, di significante,
è perdita della propria memoria di individuo, di collettività, di storia.
Qualunquismo
aleggia nell’Occidente
come una mano che stende la sua potente opera
la divisione delle acque che richiudendosi travolge
e l’Occidente si è incamminato nella sua morte di civiltà, di popoli, di culture, di arte, di fede, di speranza, di politiche interne ed estere,
non sono forze straniere che salveranno perchè come mercenari essi pensano ai propri interessi non a quelli dell’Occidente.
Qualunquismo
un Occidente in agonia,
blasfemo di avere negato le sue origini in nome di un adulterato Illuminismo,
qualunquismo che manipola, scialacquando ogni dignità e specificità,
ciò che non è chemiotipizzato non è ecocompatibile col mondo,
con l’universo, con l’ecosistema, anche socialmente e politicamente e intellettualmente parlando. Topoi persi (gr. tòpos = luogo).
Qualunquismo
diseduca al pensiero critico, al pensiero forte, alla ricerca,
vanifica la capacità di discernimento, le abilità, le arti,
smolecolarizza sotto la falsa effige delle specializzazioni (specializzazioni di niente) la conoscenza ampia e allargata,
in nome di un particolarismo che è (vedi suffisso ismo) segno esso stesso di malattia, stato alterato della salute.
Di qualunquismo si muore
e l’Occidente questa via ha abbracciato già molto tempo fa.
Storia insegna che i popoli che per lo meno hanno sempre preservato quell’importante e fondamentale “resto” sopravvivono ai diluvi di ogni epoca.
Vale a livello singolo come globale, a livello sociale come universale,
il manente nel trascendentale.
Amleto: Essere o non essere: questo è il problema!
Voce fuori dal coro, con la propria personalità, viva il pensiero forte!
tania Pizzamiglio 21 novembre 2019
Indifference
Don’t see
not hear
do not talk
=
not be
Indifference
disease of the century;
it is like apathy towards everything
stagnant water from a muddy puddle,
it’s like indifference
nothing has value for which it is worth,
it’s like generalization
which annihilates any specific peculiar character.
The indifference
it is the death and annulment of every civilization
yesterday and today,
death, disappearance, cancellation
in the loss of identity
and who does not know who he is
he is a dead man who walks destined to forgetfulness,
dementia, oblivion, to nothingness.
The indifference
it is a denial of one’s roots and origins,
of one’s personality and integrity,
of one’s reason for being,
of their own why and how and where and who
with whom,
it is a lack of place, of meaning, of signifier,
it is the loss of one’s memory as an individual, a community, a history.
Indifference
hovers in the West
like a hand stretching out its powerful work
the division of the waters that closes overwhelming
and the West has set off in its death of civilizations, of peoples, of cultures, of art, of faith, of hope, of domestic and foreign policies,
they are not foreign forces that will save because as mercenaries they think of their own interests not those of the West.
Indifference
a West in agony,
blasphemous to have denied his origins in the name of an adulterated Enlightenment,
indifference that manipulates, squandering every dignity and specificity,
what is not chemotyped is not environmentally friendly with the world,
with the universe, with the ecosystem, even socially and politically and intellectually speaking. Topoi lost (gr. Tòpos = place).
Indifference
defile critical thinking, strong thinking, research,
defeats the capacity for discernment, skills, the arts,
smolecularizes under the false effigy of specializations (specializations of nothing) the broad and extended knowledge,
in the name of a particularism which is (see the suffix ism) a sign of illness itself, an altered state of health.
We die of indifference
and the West has embraced this way long ago.
History teaches that the peoples who at least have always preserved that important and fundamental “remainder” survive the floods of every age.
It is worth on a single level as global, on a social level as universal,
the manent in the transcendental.
Hamlet: To be or not to be: that is the question
Voice out of the choir, with your own personality, live the strong thought!
tania Pizzamiglio 21 November 2019